Il piccolo J. e la minuscola F.

Educare alla fantasia significa, a mio giudizio, continuare l’opera della creazione dell’uomo.

In questo periodo mi trovo impegnato nella stesura di unità didattiche relative alla Psicologia dell’Evoluzione della specie umana. Ho trovato, consultato e studiato numerose ricerche alcune delle quali estremamente interessanti e soprattutto ricche di spunti di riflessione su ciò che ha “spinto” la nostra evoluzione. Sono stato assorbito dalla novità e dall’eleganza di alcune ipotesi cui orientare la ricerca ed ho pensato a quanti giovani studiosi potrebbero affascinarsi a questa disciplina, pertanto sto coltivando la speranza di riuscire ad inoculare – ancora una volta – il “batterio” della curiosità in qualche studente.

Nel frattempo questo blog ha subito un lieve rallentamento produttivo – non certo per l’età – ma ha continuato a raccogliere commenti e fornire risposte. Proprio in questi giorni dal Canada una mia cara amica mi ha comunicato che il figlio, 4 anni e mezzo, ha imparato il nome delle Regioni d’Italia, tutte. Ed è in grado di indicarle sulla carta geografica. Niente di che visto che ha fatto, a suo tempo, la medesima cosa con gli Stati (Uniti) d’America, dove è cresciuto nei primi due anni di vita. Ma la notizia non è questa; il piccolo J. desidera ricevere una registrazione audio della mia voce per ascoltare la (corretta?) pronuncia in Italiano del nome di ogni Regione. Da quando è in Canada sta imparando il Francese ma non lo trova “sonoro e deciso” come l’Italiano; la madre a suo tempo ha acquisito un buon vocabolario ed ha aggiustato (con il mio contributo) l’emissione e l’enfasi di alcuni fonemi visto che il suo repertorio contempla molte Arie delle più famose Opere Liriche.

Ed anche stamattina un caro amico, la cui figlia ha poco meno di tre anni, incrociandomi per strada mi ha aggiornato sulla crescente curiosità della piccola F. e della creatività verbale e relazionale che mette (spontaneamente)  in atto. Tra le curiosità recenti della bambina:  le sentenze (proverbi) in latino.

Dopo queste gioiose notizie mi ha partecipato un leggero senso di “malessere”; molti amici di questa coppia hanno figli piccoli, più o meno coetanei alla loro, i quali reputano la piccola F. una bambina geniale, un fenomeno, un dono della natura. Lui e la moglie talvolta si trovano in “imbarazzo” nel dover sottolineare che la loro bimba ha una “dotazione” normale e che ha imparato giocando e soprattutto divertendosi.

Comprendo il loro disagio; si percepiscono come coloro che incidentalmente “accusano” le incapacità educative altrui e non tanto come genitori attenti che hanno scelto di ascoltare i consigli di qualcuno del settore. Considerando, poi, che entrambi sono avvocati la cosa è davvero imbarazzante. Se non li conoscessi direi che potrebbero essere disposti ad abbandonare il loro sistema educativo. Molti lo fanno sotto la pressione dei luoghi comuni… e degli sguardi degli amici. Loro di certo non lo faranno.

Mi sto ancora chiedendo: “non è più facile provare a diventare un genitore più attento e normalmente interessato alla educazione del figlio piuttosto che sostenere che quell’altro bambino è un genio?”. Tanta gente pur di non ammettere (o guardare) la loro negligenza educativa è disposta ad affermare che il proprio figlio non sa fare, non conosce, determinate cose solo perché è, giustamente, “normale”.

Il seme del luogo comune, quello coltivato in serra della pedagogia fashion, germoglia proprio su questo terreno sapientemente inquinato. “Ricordatevi”, ci sembra di sentir ripetere, “il bambino deve giocare! Poi, quando sarà grande (quando?), lo affideremo direttamente agli atelieristi”. I veri esperti.

Renato Gentile

Writers are not just people who sit down and write. They hazard themselves. Every time you compose a book your composition of yourself is at stake.

E.L. Doctorow —  (Who is Doctorow?)

1 thoughts on “Il piccolo J. e la minuscola F.

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